Com’era Azzurro il mio Cielo: Favola di William Lugli

Il volo del Gabbiano

Il volo del Gabbiano

COM’ERA AZZURRO IL MIO CIELO

Favola di William Lugli

Gli animali di Ecolandia erano dei privilegiati: infatti la grande città si trovava in testa alla classifica mondiale della produzione industriale. Le fabbriche e le abitazioni unifamiliari erano tutte collegate alla mega centrale nucleare; una rete di sofisticati computer  regolava la produzione industriale e le operazioni di carattere domestico. Gli Home Computer provvedevano a preparare i cibi sintetici e a tenere in ordine l’ambiente; inoltre erano dei buoni compagni di giochi per i piccoli, dato che in ogni casa ve n’era uno soltanto, grazie ad una oculata pianificazione famigliare.

Fabbriche e abitazioni erano collegate tramite un tunnel a ventilazione forzata, e per prevenire rischi di claustrofobia tali tunnel, così come le fabbriche e le abitazioni erano provviste di cupole trasparenti , resistenti alla nebbia fotosintetica e alle piogge acide.

Nonostante le acquisito benessere, c’era un piccolo problema che angustiava la comunità. Quando le mamme e i papà andavano al lavoro avevano talvolta la preoccupazione che il loro Home Computer subisse qualche guasto, perché in tal caso il loro piccolo si sarebbe trovato in difficoltà. Per fortuna i guasti erano rari, ma le famiglie più abbienti potevano ricorrere alle prestazioni di vecchi animali che vivevano nel Sanatorio Rionale :questo era composto da varie sezioni, dette Gironi; gli animali ancora in grado di svolgere lavori leggeri appartenevano al Girone dei malinconici ed erano utilizzati come babysitter; uno di questi era Vecchio Cane, un cocker che prestava saltuariamente servizio presso la casa di Madama Chioccia che gli affidava la custodia di Pulcino, il suo diletto figliuolo.

Un giorno Vecchio Cane fu chiamato al videotelefono da Madama Chioccia. “Ho un impegno urgente; può venire subito a casa mia?”. “Certamente” rispose Vecchio Cane, poi comunicò all’assistente, dottor Mastino, di dovere recarsi a casa di Madama Chioccia. Ottenuto il permesso, il vegliardo salì sul nastro trasportatore e comunicò al Travel Computer la sua destinazione. Durante il tragitto guardò il cielo giallastro che appariva al di la della cupola di plexiglass; scosse la testa facendo dondolare le lunghe orecchie e borbottò: “Ai miei tempi era tutta un’altra cosa!”

Vecchio Cane giunse a destinazione.”Grazie per la sollecitudine” disse Madama Chioccia.”Cercherò di liberarmi in fretta”. “Arrivederci, Madama” rispose Vecchio Cane, poi sorrise a Pulcino e disse: “Vedo che hai un nuovo Toy Computer, ti piace?”. “Si – rispose Pulcino- ma non è un granche. Piuttosto, mi racconti una delle tue storie?”

Vecchio Cane si accomodò sul divano plastificato , volgendo la schiena allo Home Computer serie F. Pulcino si sedette di fronte al cocker che cominciò a narrare. “Devi sapere che, tanti anni fa, gli animali vivevano nei campi dove coltivavano i frutti della terra.Era un lavoro duro, ma la sera gli animali si ritiravano nelle loro case e parlavano del loro lavoro e delle cose che avrebbero fatto durante le vacanze”.

Pulcino seguiva il racconto con vivo interesse, mentre lo Home Computer ronzava sommessamente, segno che tutte le funzioni domestiche venivano svolte regolarmente.”A quel tempo – riprese Vecchio Cane – gli anziani erano tenuti in grande considerazione dai giovani, e questi ultimi correvano felici nei prati, facevano capriole e si tuffavano nelle fresche e limpide acque del fiume. Ma un giorno qualcuno decise che non era più tempo di giocare, bensi di produrre sempre di più. Vennero costruite grosse fabbriche; l’atomo fornì tutta l’energia necessaria per incrementare la produzione industriale. Poi i rifiuti sommersero la città e il cielo diventò giallastro a causa dei vapori acidi”.

Pulcino disse: “Aspetta, l’altra volta mi hai parlato degli uccelli: che cos’erano, come vivevano?” Vecchio Cane rispose: “Erano creature che volavano nel cielo e che si nutrivano di insetti. Volavano da un continente all’altro e vivevano felici nel cielo azzurro”…il videotelefono si accese, sullo schermo apparve Madama Chioccia.”Sto per rientrare, ma domani avrò di nuovo bisogno di voi”. “D’accordo,Madama, rispose il cocker, poi , rivolto a Pulcino, disse: “Riprenderò il racconto            domani “   .

***

“Ieri dov’eravamo rimasti?” chiese Vecchio Cane. “Agli uccelli – rispose Pulcino

. “Ebbene – riprese Vecchio Cane – questi uccelli si tuffavano nel cielo, eseguivano virate ardite, sorvolavano i mari e raggiungevano terre lontane”. “Scusa – lo interruppe Pulcino – avevano un sistema di navigazione computerizzato?” “No – rispose Vecchio Cane – non avevano nulla di meccanico o di elettronico: erano le loro doti naturali a guidarli!” “Mi pare strano”  commentò Pulcino.

Vecchio Cane riprese: “All’epoca i computer non c’erano, il lavoro era meno automatizzato e la vita più semplice e felice. Fu la Grande industrializzazione a cambiare le cose…in peggio!” “Perché in peggio?””Perché adesso nel cielo ci sono solo le nuvole di acido solforico ed i fiumi sono formati da liquidi maleodoranti che hanno fatto fuggire i pesci”

Pulcino osservò in silenzio Vecchio Cane, poi disse: Gli alberi, parlami degli alberi”Vecchio Cane annuì e disse: “Erano l’essenza della vita, ma le piogge acide li fece scomparire. Adesso la vita è tutta artificiale: viviamo tutti in una gabbia dorata dalla quale è impossibile uscire” Pulcino scosse le ali e disse: “Le tua storie sono strane; ho chiesto ieri sera al Modello F di mostrarmi immagini di piante e uccelli, ma lui mi ha detto che non esistono immagini di questo tipo” “Non esistono! – tuonò Vecchio Cane – in realtà le hanno cancellate perché considerate inutili!”

“La differenza fra te e il computer – disse Pulcino – è che lui fornisce schemi e numeri chiari e precisi, ma noiosi, mentre tu sai creare immagini irreali ma molto interessanti”

“Caro piccino, le mie immagini non sono affatto irreali: fanno semplicemente parte di un mondo che non esiste più. Tu ed io viviamo in una terra che offre soltanto una vita artificiale. Tu non puoi sapere com’era azzurro il mio cielo e verdi i miei prati; com’era fresca e pulita l’acqua dei ruscelli e colorate le ali delle farfalle” Vecchio Cane smise di parlare e guardò con disprezzo lo Home Computer ed esclamò: E tu, ferraglia sai fare calcoli veloci e precisi, ma non hai le immagini del passato. Non vali niente!”

La coda di Vecchio Cane urtò inavvertitamente un pulsante del modello F; sullo schermo apparve per un attimo la foto di una verde pineta con lo sfondo delle montagne innevate ed un cielo incredibilmente azzurro. Vecchio Cane stralunò gli occhi e disse: “Hai visto?” “Visto cosa?” chiese Pulcino che aveva raccolto un Toy Computer. “L’immagine sullo schermo: non l’hai vista?” Vecchio Cane cominciò a dare calci al modello F gridando: “Ridammi quell’immagine, ridammi il mio passato!”Una scarica elettrica scaraventò a terra Vecchio Cane “E’ il sistema di autodifesa dello Home Computer” spiegò Pulcino; “Serve a proteggerlo dagli operatori abusivi” Vecchio Cane non lo ascoltava più; guardava con occhi vitrei lo schermo neo del computer e balbettava frasi senza senso. Preoccupato, Pulcino spinse un pulsante del modello F sul cui schermo apparve la scritta “Emergenza”, le luci del computer si accesero; sullo schermo apparve un’altra scritta: “Assistenza medica in arrivo, attendere”Pulcino azionò il videotelefono e disse: “Mamma, torna a casa: Vecchio Cane è andato in tilt”

 

* *

 il Po

       Hai avuto paura piccino mio?” chiese Madama Chioccia apprensiva, appena tornata a casa. “No mamma, però la Sanità ha portato via Vecchio Cane. Si è sentito male; ha preso a calci il modello F perché questo non gli passava una certa immagine” “Quale immagine?” chiese Madama Chioccia. “Mah, non ho capito bene; stava raccontandomi una delle sue fantastiche storie quando è entrato in crisi”.

Madama Chioccia attivò il computer per accertarsi di eventuali danni. “Mamma, che ne sarà di Vecchio Cane?2 chiese Pulcino. “E’ stato portato nel Girone degli irrecuperabili, rispose la mamma. “Non verrà più a raccontarmi le sue storie?” “Temo di no”rispose Madama Chioccia, e aggiunse: Forse è meglio così: quelle storie erano diseducative e, a lungo andare, avrebbero avuto un effetto negativo sulla tua testolina;.guarda: ti ho comperato un altro Toy Computer: serve a tracciare le traiettorie delle comete della Galassia NGC20” “Grazie mamma!” esclamò Pulcino che, attivato il        computer si sentì nuovamente felice.

William Lugli

Mantova, Valletta Valsecchi

I monti Lessini ammantati di neve, visti dal lago Inferiore ( Mantova )

I monti Lessini ammantati di neve, visti dal lago Inferiore ( Mantova )

Vignetta 3 della favola del cielo

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