GdM. Lettera sugli Ortaioli inviata il 22 giugno 2012

Quando ventun anni fa il Comune di Mantova promosse in alcuni quartieri l’iniziativa degli “orti urbani” per gli anziani, molti residenti di Valletta Valsecchi aderirono con entusiasmo all’iniziativa e iniziarono a coltivare con grande impegno e soddisfazione gli appezzamenti loro assegnati tra l’Argine Maestro e il lago. La loro esperienza, pur con qualche avvicendamento per motivi generazionali, è continuata con grande impegno, che ha portato i nostri “ortaioli” a collegare gli orti colla rete dell’acquedotto, ad apportare migliorie al contesto, ad auto-prodursi delle verdure spesso anche offerte con orgoglio ad altri abitanti. In molti ne abbiamo fruito, ben sapendo che si trattava di prodotti sicuri, perché, su iniziativa degli stessi ortaioli,  fatti analizzare dall’ASL e sempre risultati indenni da qualsivoglia inquinamento.

Ha dunque notevolmente stupito i nostri ortaioli e tutti gli abitanti del quartiere, la decisione presa dall’Assessore all’Ambiente, che già 2 anni fa, a fronte di analisi del terreno che denunciavano qualche lieve sforamento nel valore di alcuni indicatori, ha deciso di  spostare gli orti di là dalla ferrovia, in fregio alla Strada Bosco Virgiliano .   Notevole è stato ed è lo sgomento degli anziani interessati, che, sicuri della bontà dei loro prodotti, come più volte certificato dall’ASL di Mantova e confermato da quella di Brescia, non comprendono la necessità di spostare gli orti in un’area sensibilmente più lontana dalle loro case, che per di più presenta non pochi problemi, quali:

1. il terreno dove verrebbero spostati gli orti è stato a lungo utilizzato come discarica abusiva, per cui è legittimo sospettare che lo stesso contenga sostanze inquinanti. Prima di poter procedere nelle coltivazioni, si renderanno dunque necessarie accurate indagini (carotaggi, ecc.) non dissimili da quelle che sono sembrate necessarie nell’attuale area ortiva.  Quella proposta, inoltre, è un’area che si estende parallelamente  a via Brennero, il cui terrapieno dista poco più di una decina di metri dai nuovi orti. Il transito giornaliero su detta arteria di  qualche decina di migliaia di autoveicoli produce, come è noto, una quantità ingente di polveri sottili, che non possono non danneggiare le verdure prodotte, pregiudicandone la commestibilità.   Si aggiunga che il terreno, di proprietà del Comune, è in concessione al Villaggio SOS per 99 anni. L’uso dell’area destinata ad orti sarebbe dunque frutto di un accordo temporaneo tra il Comune e il Villaggio, col rischio che le necessità di quest’ultimo obblighino alla recessione dal rapporto.

2. Per l’irrigazione dovrà essere realizzato un pozzo, delle cui acque dovrà essere accertata, attraverso apposite analisi, l’idoneità all’uso indicato.

3. Il terreno da utilizzare è attualmente coperto da una folta vegetazione di arbusti e alberi. Dato che l’area rientra nel  Parco del Mincio, dove non si possono raccogliere nemmeno gli asparagi selvatici (!), gli anziani si chiedono come l’amministrazione del Parco  potrà consentire, e a quali condizioni, l’eliminazione di tutte quelle piante.

4. l’idea avanzata dall’Assessore, di sostituire eventualmente gli attuali orti dell’area in fregio al lago con i cosiddetti “orti diffusi”, cioè piccoli appezzamenti individuati qua e là nell’area urbana e assegnati a singoli richiedenti,  viene respinta, in quanto la coltivazione di orti così disseminati non consente di conseguire l’obiettivo di favorire la socializzazione delle persone anziane, obiettivo che sicuramente sopravanza ogni altra soddisfazione che può venire dall’attività di coltivazione di un orto.  Ne è prova il fatto che la gestione degli orti sociali è nelle competenze dell’assessorato ai Servizi Sociali, che ben sa quali benefici gli anziani traggano da questa attività, come dimostra anche la tenacia con cui gli stessi difendono un’esperienza per molti di vitale importanza.

Per tutte queste considerazioni il Comitato Valletta Valsecchi non può non condividere le perplessità che la decisione assessorile suscita, soprattutto perché si utilizzerebbe il finanziamento per la bonifica del terreno degli attuali orti, che è pur sempre denaro dei cittadini, per attrezzare e rendere fruibili in un’altra area nuovi orti, la cui permanenza è comunque subordinata a legittime esigenze altrui.

Allo stesso Comitato sembra altresì apprezzabile la proposta emersa nel corso dell’ultimo incontro con gli ortaioli stessi: la disponibilità, cioè, a sospendere l’attività di coltivazione anche per un anno (e sappiamo quanto a loro costi!), per consentire la bonifica dell’area attualmente in uso, (bonifica per la quale peraltro – da informazioni raccolte –  sembra essere necessario non più di qualche mese, data la limitata estensione della superficie) e il successivo rientro sullo stesso terreno.

Il Comitato condivide pienamente e fa sua quest’ultima proposta che sembra di rilevante buon senso. Si è certi che essa verrà presa in attenta considerazione dagli Assessorati competenti, sicuramente sensibili alla possibilità di favorire e facilitare, senza traumatici e forse inutili spostamenti, un’opportunità ormai consolidata e ritenuta quanto mai preziosa per la socializzazione delle persone anziane del quartiere .

Ultima, ma non meno importante osservazione. Se la proposta ultimamente avanzata dagli ortaioli venisse accettata, verrebbe anche  definitivamente fugato il sospetto circolante in quartiere, che lo spostamento degli orti in una zona diversa e più scomoda dell’attuale nasca da altri motivi, non dichiarati, e certo non ispirati alla tutela della salute dei cittadini.

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